giovedì 20 dicembre 2007

Great Ocean Road

Ieri mattina ci siamo svegliati presto ed alle 8 eravamo già in auto, pronti a partire per la Great Ocean Road. Siamo partiti così presto che, arrivati al primo punto di informazioni (Torquay) ma lo abbiamo trovato chiuso: apriva alle 9.00 del mattino. Quindi siamo ripartiti. Lungo la strada verso Aires Inlet, nostra prima fermata, abbiamo avuto un assaggio dei meravigliosi scenari che ci attendevano ed abbiamo fatto alcune soste per le prime foto.
Se la costa vicino a Barwon Heads era bellissima, qui è fenomenale. Dopo un promontorio ve ne è subito un altro, se possibile ancora più bello del precedente.
Questa strada è fantastica: ha due corsie (una per ogni senso di marcia) ed un limite di velocità di 80 km/h (in media). Ogni tanto però ci sono degli spazi in cui un veicolo lento può farsi da parte (senza modificare significativamente la propria velocità) e farsi sorpassare. Dei cartelli esortano a pensare ai veicoli che seguono.
Ci fermiamo ad Aireys Inlet per vedere il faro. Nel tratto di mare antistante si ergono tre rocce imponenti (tipo faraglioni): la Eagle Rock (forse in sezione ha la forma di un’aquila, ma non siamo così alti da vederlo), la Table Rock (molto bassa e piatta) e la Sentinel Rock, che si erge dalla costa come una sentinella. Sono un timido preludio ai Dodici Apostoli, che ci attendono più tardi.
Fermata successiva: Lorne. Ormai non ci fermiamo più nelle aree di sosta per fare foto. Se lo facessimo non arriveremmo mai: qui è tutto fantastico.
A Lorne l’ufficio informazioni è aperto e ci dicono tutto ciò che vogliamo sapere. Prima di tutto andiamo al Teddy’s Lookout. Un panorama. Bello ma ci aspettavamo di più.
Poi andiamo alle Erskine Falls: una discesa di 250 gradini in mezzo alla foresta ci porta ad una cascata di 28 metri, completamente immersa tra gli alberi. Nonostante i cartelli consiglino di avventurarsi lungo il fiume solo se si è degli esperti bushwalkers, noi andiamo lo stesso. Ogni volta che pensiamo: "Ok, non si può andare più avanti di così", troviamo una famiglia con bambini o degli anziani che vengono da quella direzione e continuiamo. Ad un certo punto il sentiero finisce e ci fermiamo davvero.
Qui il silenzio è totale: non si sentono nemmeno cantare gli uccellini. L’unico rumore è lo scorrere dell’acqua.


Dopo una faticosa risalita, ce ne andiamo in spiaggia. Gianni piange perché non si è portato il costume.
Pranzo in uno dei locali consigliati dalla guida (buonissimo ed inoltre facciamo una scoperta: spendiamo meno a mangiar fuori che a fare la spesa).
Dopo pranzo troviamo un internet point e pubblichiamo i post scritti in precedenza: a Barwon Heads siamo molto male organizzati per internet e non abbiamo cercato un internet point.
Ripartiamo da Lorne alla volta di Cape Otway. Arriviamo ad un altro faro. Le mosche, che già ci avevano perseguitato nelle precedenti fermate, qui sono in quantità industriale. Non possiamo fermarci un attimo senza venirne ricoperti. Vediamo velocemente la stazione del telegrafo e saliamo in cima al faro. Lassù, con un vento fortissimo, le mosche vengono spazzate via e ci godiamo un po’ di tranquillità.
Scesi dal faro ci riassalgono finché non ci siamo barricati in macchina. Da ora in poi, non avremo più pace.
Tornando verso la strada principale, ci fermiamo a fotografare i koala che sonnecchiano sui rami di eucalipto. Sono molto in alto ma riusciamo a vederli.
A questo punto siamo ad un bivio: andiamo sull’Otway Fly (passerelle tra gli alberi) e torniamo domani per vedere i Dodici Apostoli, o continuiamo e concludiamo oggi la GOR?
La seconda che hai detto.
Così continuiamo fino Princetown e ci fermiamo al complesso dei Dodici Apostoli. Sembra di essere in una cartolina o in un sogno (mosche a parte, ovvio). Anche l’atmosfera è quella un po’ sfocata dei sogni, grazie all’effetto dell’acqua che viene nebulizzata dalle onde che si infrangono sugli Apostoli.
A proposito, le rocce non sono dodici perché, lo stesso processo di erosione che li ha distaccati dalla costa, ne ha buttati giù alcuni.



Stessa sorte è toccata al London Bridge, altra formazione rocciosa più avanti, che ci fermiamo a vedere. Il Loch Ard Gorge, invece, arco di roccia scavato dalle acque, è intatto e meraviglioso. Ma non ne dubitavamo.
Si è fatto più che tardi e ci rimettiamo in moto verso casa. Arriviamo attorno alle 9. Cena veloce e poi a nanna.

1 commento:

Unknown ha detto...

Ma come cena veloce e poi a nanna...e tu Santi...costringili ad uscire per vedere la vita notturna australiana...tutto io vi devo dire? mannaggia...per l'occasione ho preparato una maglietta per gli ometti...ma non penso sarà facile farvela recapitare...cmq vi descrivo csa c'ho scritto sopra..."Italian sex instructor...the first lesson is free"...:-) Bacione a voi