Abbiamo passato il giorno di Natale abbastanza in panciolle: a giro era tutto chiuso, il tempo non era dei migliori e volevamo riposarci. Quindi, a parte un po’ di chiacchiere con le famiglie e le coccole al gatto, non abbiamo fatto niente di natalizio.
Ieri, qui era il Boxing Day (nessun idea su cosa voglia dire ma ci informeremo) e siamo andati a fare una gita (in auto) nella foresta pluviale, lungo i fiumi Mossman e Daintree.
Lungo la strada si sono avute le prime avvisaglie di quanto fitta sia la foresta più a nord: ad un tratto il cielo è stato oscurato dal famoso canopy o baldacchino della foresta: chiome degli alberi così fitte da non lasciar passare la luce (come avevamo già detto) e la spiaggia ha iniziato ad essere invasa dalle piante. Oltre la spiaggia, fin dentro il mare, arrivano le mangrovie, piante in grado di filtrare il sale dall’acqua marina e di espellerlo dalle foglie. Le frequenti piogge provvedono poi a lavarlo via.
Ci siamo fermati a Mosmann (stavolta città) per vedere il Mosmann Gorge, ovvero la gola che il Mosmann (fiume) si è scavato tra le rocce.

Il paesaggio è come al solito stupendo e qui ci si può persino fare il bagno nel fiume, quando il tempo lo permette. Gianni però non è troppo in forma e quindi non preme per il bagno. [Ebbene sì, mi sono preso tosse, raffreddore e forse influenza, per entrare ed uscire dal frigo. Mi spiego: nella casa in cui siamo ospitati il frigo è una stanza nella quale, con tutti gli scaffali, ci si sta comodamente in tre. Così se devi prendere qualcosa devi entrare completamente nella stanza].
Anche qui abbondano le leggende ed i collegamenti con le simbologie. La montagna oltre la gola è chiamata Majal Dimbi dagli aborigeni. Significa “montagna che trattiene”. Una roccia di forma umana rappresenta Kubirri, un dio che è venuto in aiuto delle popolazioni locali e trattiene con il suo corpo uno spirito malvagio che le perseguitava. Kubirri è conosciuto anche come Il buon pastore. Sono sempre più impressionato dalle leggende aborigene.
Sono impressionato anche dai colori fantastici degli insetti. Come ve la immaginereste voi una libellula? Qui hanno varie tonalità di blu.
Facciamo una breve passeggiata sulle passerelle nella foresta. Ci colpisce particolarmente un ponte che sembra sorretto solo da corde e che non può portare più di 20 persone. Gianni lo fanno salire da solo.
Prossima fermata: il traghetto sul Daintree. Il traghetto porta una ventina di auto al massimo e si muove lungo un cavo tirato da un capo all’altro del fiume.
Un cartello avverte: attenzione, pericolo di inondazioni, non scendere dalla macchina. Il fiume, tra l’altro, è frequentato da coccodrilli.
Scesi dal traghetto iniziamo a capire cosa vuol dire essere circondati da foresta fitta. Sta piovendo ed il cielo è scuro, dobbiamo accendere i fari. Imbocchiamo la strada per Cape Kimberly. E’ sterrata ma possiamo farcela.
Scesi dalla macchina, attraversiamo una stradina circondata da mangrovie. AHHHHH!!! Alessandra ha visto un ragno gigante passare da un mangrovia all’altra. Gianni ha visto solo qualcosa di grosso che si muoveva. Scopriremo più avanti che probabilmente era solo un granchio.
Sul momento acceleriamo verso la spiaggia. E’ molto bella ma la luce non è delle migliori.
E’ quasi ora di pranzo e vogliamo mangiare al Dragonfly a Cape Tribulation. Saltiamo quindi tutto ciò che c’è da vedere nel mezzo. Lo vedremo al ritorno.
Ad un certo punto, troviamo una fila di macchine. Non è normale: qui passa un’auto ogni mezz’ora. Alessandra scende per capire cosa è accaduto: la strada è allagata e non si può passare.
I fuoristrada e i pulmini passano lo stesso. Poi si arrischia anche qualche auto più bassa. Un pulmino a noleggio si ferma in mezzo al flusso d’acqua e non riesce più a ripartire. Un paio di energumeni lo spingono fuori prima che riusciamo ad arrivare in aiuto e riparte senza problemi.
Un auto segue timidamente il pulmino e passa indenne. Santi, che ne capisce più di me di auto, mi dice che quel modello è più basso dell’auto che abbiamo noi. Ok. Allora passo anche io. Nessun problema ma abbiamo un quesito: riusciremo a tornare indietro? Non se continua a piovere.
Andiamo a pranzo. E’ il Boxing Day, quindi hanno solo barbecue: bistecca o hamburger oltre all’insalata. Non ci poteva andare meglio. La carne è ottima e l’insalata è molto particolare: Noodles, carotine, insalata, caponata (in Toscana la chiameremmo peperonata, ma non ci hanno messo peperoni, quindi trovo più indicato il termine siciliano) di aglio intero e melanzane. Tutto molto buono.
Il ristorante è tutto in legno ed ha una terrazza che si affaccia direttamente sulla foresta pluviale. Cibo e spettacolo in un colpo solo.
Dopo pranzo torniamo subito indietro. Siamo troppo preoccupati per l’allagamento. Per fortuna la situazione è incredibilmente migliorata e passiamo senza alcun problema.
Ora possiamo fermarci. Cow Bay è un’altra spiaggia molto bella. Poi tocca al Daintree Discovery Centre. E’ un posto in cui le passerelle sono poste a varie altezze ed in cui una torre ti porta fino al famoso baldacchino o tetto della foresta pluviale.
Qui si potrebbero vedere uccelli variopinti, se fossimo venuti da marzo a settembre o anche moltissimi animali se fossimo all’alba o al tramonto. Epperò sono le 14 del 26 dicembre e non si vede un …beep………
Non è vero. Riusciamo a fotografare dei magnifici ragni tropicali.

Per inciso, visto che qui hanno tutti il fuoristrada, hanno pensato bene di adeguare i dossi. Date un po’ un’occhiata a questo.
Tornando ci fermiamo al belvedere di Alexandra Range, ma ormai abbiamo gli occhi pieni di meraviglie e questo non ci sembra gran che.
Sulla strada invece l’oceano ci regala ogni tanto qualche scorcio mozzafiato e ci fermiamo a fotografare.
Tornando a casa ci aspetta una brutta sorpresa: la pioggia torrenziale ha mandato in corto circuito qualcosa e nelle prese di corrente non c’è corrente. Telefoniamo ai padroni di casa ma pare che non sia un comportamento ricorrente, quindi ci dobbiamo arrangiare. Durante la notte sentiamo uno strano segnale d’allarme che non riusciamo ad identificare. Quello e le rane (che si stanno godendo come matte l’acquazzone tropicale in corso) ci svegliano di continuo.
Stamani Gianni ha un illuminazione: stacchiamo tutte le leve del quadro generale e riattacchiamole una alla volta. Così capiremo cosa non va. L’idea sembra buona: funziona così bene che è tutto attaccato e funziona tutto. Curioso. Forse troppo carico? Forse si è asciugato qualcosa? Chissà.
Facciamo due lavatrici ed un asciugatrice (ebbene sì, qui i panni si mettono nell’asciugatrice, anche perché da dopo l’acquazzone tropicale abbiamo il 98% di umidità e vorrei vedere voi a farli asciugare con metodi naturali).
Alla fine, una volta staccato tutto, la corrente si stacca di nuovo. Riapplicando il metodo precedente (stacco tutto e riattacco una cosa alla volta) scopriamo che il problema è dato dalle prese cui sono attaccati computer, microonde e TV. Tenendo staccato il generale di quelle prese, il resto funziona.
Alle 14.30 impacchettiamo e partiamo: l’aereo parte alle 17, dobbiamo fare il check-in alle 16, restituire la macchina e Gianni è parecchio (oh, ma parecchio!!!) rompiscatole con il non fare tardi.
A proposito, ancora non vi abbiamo fatto vedere la foto del ragno di casa. Eccola qua.

Lungo la strada si sono avute le prime avvisaglie di quanto fitta sia la foresta più a nord: ad un tratto il cielo è stato oscurato dal famoso canopy o baldacchino della foresta: chiome degli alberi così fitte da non lasciar passare la luce (come avevamo già detto) e la spiaggia ha iniziato ad essere invasa dalle piante. Oltre la spiaggia, fin dentro il mare, arrivano le mangrovie, piante in grado di filtrare il sale dall’acqua marina e di espellerlo dalle foglie. Le frequenti piogge provvedono poi a lavarlo via.
Ci siamo fermati a Mosmann (stavolta città) per vedere il Mosmann Gorge, ovvero la gola che il Mosmann (fiume) si è scavato tra le rocce.
Il paesaggio è come al solito stupendo e qui ci si può persino fare il bagno nel fiume, quando il tempo lo permette. Gianni però non è troppo in forma e quindi non preme per il bagno. [Ebbene sì, mi sono preso tosse, raffreddore e forse influenza, per entrare ed uscire dal frigo. Mi spiego: nella casa in cui siamo ospitati il frigo è una stanza nella quale, con tutti gli scaffali, ci si sta comodamente in tre. Così se devi prendere qualcosa devi entrare completamente nella stanza].
Anche qui abbondano le leggende ed i collegamenti con le simbologie. La montagna oltre la gola è chiamata Majal Dimbi dagli aborigeni. Significa “montagna che trattiene”. Una roccia di forma umana rappresenta Kubirri, un dio che è venuto in aiuto delle popolazioni locali e trattiene con il suo corpo uno spirito malvagio che le perseguitava. Kubirri è conosciuto anche come Il buon pastore. Sono sempre più impressionato dalle leggende aborigene.
Sono impressionato anche dai colori fantastici degli insetti. Come ve la immaginereste voi una libellula? Qui hanno varie tonalità di blu.
Un cartello avverte: attenzione, pericolo di inondazioni, non scendere dalla macchina. Il fiume, tra l’altro, è frequentato da coccodrilli.
Scesi dal traghetto iniziamo a capire cosa vuol dire essere circondati da foresta fitta. Sta piovendo ed il cielo è scuro, dobbiamo accendere i fari. Imbocchiamo la strada per Cape Kimberly. E’ sterrata ma possiamo farcela.
Scesi dalla macchina, attraversiamo una stradina circondata da mangrovie. AHHHHH!!! Alessandra ha visto un ragno gigante passare da un mangrovia all’altra. Gianni ha visto solo qualcosa di grosso che si muoveva. Scopriremo più avanti che probabilmente era solo un granchio.
E’ quasi ora di pranzo e vogliamo mangiare al Dragonfly a Cape Tribulation. Saltiamo quindi tutto ciò che c’è da vedere nel mezzo. Lo vedremo al ritorno.
Ad un certo punto, troviamo una fila di macchine. Non è normale: qui passa un’auto ogni mezz’ora. Alessandra scende per capire cosa è accaduto: la strada è allagata e non si può passare.
Un auto segue timidamente il pulmino e passa indenne. Santi, che ne capisce più di me di auto, mi dice che quel modello è più basso dell’auto che abbiamo noi. Ok. Allora passo anche io. Nessun problema ma abbiamo un quesito: riusciremo a tornare indietro? Non se continua a piovere.
Andiamo a pranzo. E’ il Boxing Day, quindi hanno solo barbecue: bistecca o hamburger oltre all’insalata. Non ci poteva andare meglio. La carne è ottima e l’insalata è molto particolare: Noodles, carotine, insalata, caponata (in Toscana la chiameremmo peperonata, ma non ci hanno messo peperoni, quindi trovo più indicato il termine siciliano) di aglio intero e melanzane. Tutto molto buono.
Il ristorante è tutto in legno ed ha una terrazza che si affaccia direttamente sulla foresta pluviale. Cibo e spettacolo in un colpo solo.
Dopo pranzo torniamo subito indietro. Siamo troppo preoccupati per l’allagamento. Per fortuna la situazione è incredibilmente migliorata e passiamo senza alcun problema.
Ora possiamo fermarci. Cow Bay è un’altra spiaggia molto bella. Poi tocca al Daintree Discovery Centre. E’ un posto in cui le passerelle sono poste a varie altezze ed in cui una torre ti porta fino al famoso baldacchino o tetto della foresta pluviale.
Qui si potrebbero vedere uccelli variopinti, se fossimo venuti da marzo a settembre o anche moltissimi animali se fossimo all’alba o al tramonto. Epperò sono le 14 del 26 dicembre e non si vede un …beep………
Non è vero. Riusciamo a fotografare dei magnifici ragni tropicali.
Sulla strada invece l’oceano ci regala ogni tanto qualche scorcio mozzafiato e ci fermiamo a fotografare.
Stamani Gianni ha un illuminazione: stacchiamo tutte le leve del quadro generale e riattacchiamole una alla volta. Così capiremo cosa non va. L’idea sembra buona: funziona così bene che è tutto attaccato e funziona tutto. Curioso. Forse troppo carico? Forse si è asciugato qualcosa? Chissà.
Facciamo due lavatrici ed un asciugatrice (ebbene sì, qui i panni si mettono nell’asciugatrice, anche perché da dopo l’acquazzone tropicale abbiamo il 98% di umidità e vorrei vedere voi a farli asciugare con metodi naturali).
Alla fine, una volta staccato tutto, la corrente si stacca di nuovo. Riapplicando il metodo precedente (stacco tutto e riattacco una cosa alla volta) scopriamo che il problema è dato dalle prese cui sono attaccati computer, microonde e TV. Tenendo staccato il generale di quelle prese, il resto funziona.
Alle 14.30 impacchettiamo e partiamo: l’aereo parte alle 17, dobbiamo fare il check-in alle 16, restituire la macchina e Gianni è parecchio (oh, ma parecchio!!!) rompiscatole con il non fare tardi.
A proposito, ancora non vi abbiamo fatto vedere la foto del ragno di casa. Eccola qua.
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