Ieri ci siamo svegliati più tardi (il fuso è stato vinto dalla stanchezza).
Ce ne andiamo a Queenscliff a prendere il traghetto verso, indovinate un po’, Sorrento.
Beh, in effetti c’è una penisola, ed anche qualche casa arroccata sulla spiaggia, ma non può competere con la Sorrento italiana.
Mangiamo Fish and chips. Il pesce è buono e le patatine sono in quantità più che industriale, ma le mosche sono così tante ed insistenti che dobbiamo rifugiarci in macchina per poter mangiare in pace.
Poi via di nuovo alla volta di San Remo. Ebbene sì, è così che si chiama il posto da cui inizia il ponte per Phillip Island.
Appena arrivati sull’isola ci fermiamo al Punto Informazioni (saggiamente posizionato all’interno di una fabbrica di cioccolato) ed acquistiamo i biglietti per il Koala Conservation Centre e per la Penguine Parade.
Ci fermiamo prima a vedere i koala che, in effetti, vengono conservati molto bene. Da un percorso sopraelevato possiamo vederli sonnecchiare tra gli alberi e mangiare le foglie di eucalipto. In effetti, le foglie di eucalipto non sono molto nutrienti, per cui il ciclo dei koala comprende venti ore di sonno e quattro di attività in un giorno. Ecco perché Ale è stata chiamata koalasognatore agli scout.
Facendo un giro tra i percorsi non sopraelevati vediamo un solo koala ma in compenso avvistiamo un piccolo canguro in lontananza e decine di pappagalli colorati.
Ci rimettiamo in marcia e ci fermiamo in un posto imprevisto: il circuito di Phillip Island. E facciamo anche un incontro imprevisto: una ventina di canguri (adulti e cuccioli) in un recinto sotto un albero. Probabilmente vengono chiusi qui quando i visitatori sono ammessi a girare con le auto sul circuito.
Poi è il turno dei Nobbies, rocce (sempre uso faraglioni) in mezzo al mare, sulla punta occidentale dell’isola. In lontananza si vede Seal Rock, zona di rifugio delle foche. E’ troppo tardi per farci un giro in traghetto per andarle a vedere. Pazienza.
In compenso qui ci sono quasi più gabbiani che mosche. Riusciamo ad avvistare anche i nidi con le uova. E ci chiediamo: ma perché i gabbiani non si mangiano le mosche? Mistero.
Andiamo a Cowes a cena. Entriamo in un posto che sembra un pub e ci troviamo in un locale che vuol sembrare fighetto ma ha le tovaglie di plastica ed il personale non troppo cortese. Comunque mangiamo bene e ci fiondiamo via di corsa per non far tardi all’appuntamento con i pinguini.
Mentre ci avviciniamo al punto di osservazione, vediamo un pinguino minuscolo (sicuramente un cucciolo, pensiamo noi) che si aggira per i cespugli.
Il punto di osservazione è una scalinata prospicente la spiaggia. La ranger ci da alcune indicazioni sul comportamento dei pinguini: arriveranno a gruppi all’imbrunire, si avventureranno sulla spiaggia in avanscoperta e poi si getteranno in acqua nuovamente. La spiegazione ufficiale è che fanno così per confondere i predatori, ma la ranger è convinta che si divertano un monte.
Arriva il primo gruppo di pinguini: quello che avevamo visto non era un cucciolo. Sono tutti alti poco più di un gabbiano!!!
Sono fantastici e fanno esattamente quello che ha detto la ranger: planano sulla spiaggia portati dalle onde, si avventurano incerti sulla battigia e poi corrono di nuovo tutti in gruppi in acqua.
Dopo aver fatto questa pantomima per un paio di volte, si avventurano fino al primo gruppo di alghe, restano un po’ in osservazione e poi iniziano a correre (buffissimi) verso la collina cesupugliosa.
Abbiamo visto l’arrivo di diversi gruppi di pinguini e poi siamo tornati verso il parcheggio. Dalle passerelle si potevano ancora vedere i pinguini passare ed andare verso le tane. Ogni tanto qualcuno si fermava incuriosito a guardare la gente (scommetto che tra se diranno: è divertentissimo guardare ogni sera quegli esseri buffi che passeggiano).
Improvvisamente, tra i pinguini, è saltato fuori un canguro. Sembrava un po’ spaventato dalla gente e si è messo a quattro zampe, ci ha guardato per un po’ con diffidenza e poi, con due salti, è scomparso dalla vista.
Purtroppo in quest’area le foto sono proibite: i flash infastidiscono i pinguini e la vendita delle foto da parte del Centro contribuisce al mantenimento dell’area.
Ci siamo rimessi in strada alle 22.00 e siamo arrivati a casa alle 01.00 di notte: abbiamo dovuto fare il giro da Melbourne poiché, a quell’ora di notte, non ci sono più traghetti da Sorrento a Queenscliff.
Oggi sarà dedicato al riposo ed ai blog.
Ale ha fatto due lavatrici ed ora usciamo per fare un bagno e cercare un internet point.
Ce ne andiamo a Queenscliff a prendere il traghetto verso, indovinate un po’, Sorrento.
Beh, in effetti c’è una penisola, ed anche qualche casa arroccata sulla spiaggia, ma non può competere con la Sorrento italiana.
Mangiamo Fish and chips. Il pesce è buono e le patatine sono in quantità più che industriale, ma le mosche sono così tante ed insistenti che dobbiamo rifugiarci in macchina per poter mangiare in pace.
Poi via di nuovo alla volta di San Remo. Ebbene sì, è così che si chiama il posto da cui inizia il ponte per Phillip Island.
Appena arrivati sull’isola ci fermiamo al Punto Informazioni (saggiamente posizionato all’interno di una fabbrica di cioccolato) ed acquistiamo i biglietti per il Koala Conservation Centre e per la Penguine Parade.
Ci fermiamo prima a vedere i koala che, in effetti, vengono conservati molto bene. Da un percorso sopraelevato possiamo vederli sonnecchiare tra gli alberi e mangiare le foglie di eucalipto. In effetti, le foglie di eucalipto non sono molto nutrienti, per cui il ciclo dei koala comprende venti ore di sonno e quattro di attività in un giorno. Ecco perché Ale è stata chiamata koalasognatore agli scout.
Facendo un giro tra i percorsi non sopraelevati vediamo un solo koala ma in compenso avvistiamo un piccolo canguro in lontananza e decine di pappagalli colorati.
Ci rimettiamo in marcia e ci fermiamo in un posto imprevisto: il circuito di Phillip Island. E facciamo anche un incontro imprevisto: una ventina di canguri (adulti e cuccioli) in un recinto sotto un albero. Probabilmente vengono chiusi qui quando i visitatori sono ammessi a girare con le auto sul circuito.
Poi è il turno dei Nobbies, rocce (sempre uso faraglioni) in mezzo al mare, sulla punta occidentale dell’isola. In lontananza si vede Seal Rock, zona di rifugio delle foche. E’ troppo tardi per farci un giro in traghetto per andarle a vedere. Pazienza.
In compenso qui ci sono quasi più gabbiani che mosche. Riusciamo ad avvistare anche i nidi con le uova. E ci chiediamo: ma perché i gabbiani non si mangiano le mosche? Mistero.
Andiamo a Cowes a cena. Entriamo in un posto che sembra un pub e ci troviamo in un locale che vuol sembrare fighetto ma ha le tovaglie di plastica ed il personale non troppo cortese. Comunque mangiamo bene e ci fiondiamo via di corsa per non far tardi all’appuntamento con i pinguini.
Mentre ci avviciniamo al punto di osservazione, vediamo un pinguino minuscolo (sicuramente un cucciolo, pensiamo noi) che si aggira per i cespugli.
Il punto di osservazione è una scalinata prospicente la spiaggia. La ranger ci da alcune indicazioni sul comportamento dei pinguini: arriveranno a gruppi all’imbrunire, si avventureranno sulla spiaggia in avanscoperta e poi si getteranno in acqua nuovamente. La spiegazione ufficiale è che fanno così per confondere i predatori, ma la ranger è convinta che si divertano un monte.
Arriva il primo gruppo di pinguini: quello che avevamo visto non era un cucciolo. Sono tutti alti poco più di un gabbiano!!!
Sono fantastici e fanno esattamente quello che ha detto la ranger: planano sulla spiaggia portati dalle onde, si avventurano incerti sulla battigia e poi corrono di nuovo tutti in gruppi in acqua.
Dopo aver fatto questa pantomima per un paio di volte, si avventurano fino al primo gruppo di alghe, restano un po’ in osservazione e poi iniziano a correre (buffissimi) verso la collina cesupugliosa.
Abbiamo visto l’arrivo di diversi gruppi di pinguini e poi siamo tornati verso il parcheggio. Dalle passerelle si potevano ancora vedere i pinguini passare ed andare verso le tane. Ogni tanto qualcuno si fermava incuriosito a guardare la gente (scommetto che tra se diranno: è divertentissimo guardare ogni sera quegli esseri buffi che passeggiano).
Improvvisamente, tra i pinguini, è saltato fuori un canguro. Sembrava un po’ spaventato dalla gente e si è messo a quattro zampe, ci ha guardato per un po’ con diffidenza e poi, con due salti, è scomparso dalla vista.
Purtroppo in quest’area le foto sono proibite: i flash infastidiscono i pinguini e la vendita delle foto da parte del Centro contribuisce al mantenimento dell’area.
Ci siamo rimessi in strada alle 22.00 e siamo arrivati a casa alle 01.00 di notte: abbiamo dovuto fare il giro da Melbourne poiché, a quell’ora di notte, non ci sono più traghetti da Sorrento a Queenscliff.
Oggi sarà dedicato al riposo ed ai blog.
Ale ha fatto due lavatrici ed ora usciamo per fare un bagno e cercare un internet point.
3 commenti:
ciao bellissimi come va?
Giorni fa ho cercato di inviarvi un messaggio che non è arrivato causa la mia grande abilità informatica, spero che questo vi arrivi, un grosso bacio e buon divertimento, vi invidio ,Santa.
..ho capito tutto!...ho sbagliato viaggio di nozze via!ci sarebbero varie soluzioni..tipo:...andare in Australia per il ns primo anno da sposati, andare in Australia per il mio compleanno, andare in Australia per il compleanno di Andrea, andare in Australia per Pasqua,andare in Australia quest'estate...oppure risposarmi e fare un altro viaggio di nozze...si! in effetti questa è la soluzione più logica e più facile..posso rimettere la lista in agenzia di viaggi????
leggete sta notizia ....
La marcia dei pinguini spiritosi
A Sidney, in Australia, le autorita' hanno recuperato un pinguino della specie Santi (per la caratteristica cresta somigliante alle sue cespugliose sopracciglia ), trovato esausto dopo una nuotata di 2000 km dalla nuova Zelanda.
Ora sta meglio e ha ripreso pure a sorridere.
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